Nei tantissimi progetti legati alla Formazione Formatori che erogo mi rendo conto di quanta curiosità faccia nascere sempre, tra i discenti, la tematica dei “personaggi difficili” che si possono trovare all’interno del gruppo di formazione, ovvero quei partecipanti ai corsi che, attraverso il loro comportamento, possono recare disturbo all’attività didattica, agli altri corsisti e al docente stesso: i casi più frequenti sono, come vengono chiamati dalla letteratura sull’argomento “Formazione Formatori” (Castagna M., “La lezione nella formazione degli adulti“, Franco Angeli, Milano, 2009), il domandologo, il logorroico e l’esperto saccente: questo secondo post del blog lo dedico al primo e al più semplice da gestire, ovvero il “domandologo” (il “Buono” per creare un nesso con il capolavoro di Sergio Leone).
Formazione Formatori: chi è il “domandologo”?
Il Domandologo (il “Buono”): con questo curioso termine si indica colui (o coloro) che in aula pone moltissime (troppe) domande. Prima di tutto c’è da dire che, come dico sempre nei miei corsi di Formazione Formatori, le domande sono un prezioso alleato del docente e non una minaccia (quando affronto l’argomento “domande” in Formazione Formatori, una delle prime cose che dico ai futuri colleghi è: “non abbiate mai paura delle domande che potranno porvi, ma anzi stimolatele voi stessi, sempre”) perchè possono dare il via a importanti momenti di partecipazione e discussione d’aula facilitando il fondamentale processo di socializzazione del gruppo di formazione, perchè permettono di approfondire gli argomenti via via trattati, perchè sono degli indicatori chiari del livello di attenzione e di partecipazione al corso da parte dei discenti e perchè possono essere sfruttate come importanti e necessari “stacchi” durante l’esposizione per riprendere l’attenzione della platea che fisiologicamente dopo un certo periodo di tempo comincia a calare (importante a questo proposito il concetto di “curva dell’attenzione”, che approfondirò quando posterò qualcosa su public speaking e struttura del discorso in pubblico): importante sottolineare quindi come il domandologo sia, tra i personaggi difficili, uno tra quelli più semplici da gestire.
Formazione Formatori: come reagire al “domandologo”?
Detto questo se le domande divenissero realmente tediose a causa della loro ripetitività e consistenza, tanto da recare evidente disturbo durante la lezione (anche rispetto ai possibili segnali, verbali e non, che potrebbero nascere tra i discenti visibilmente infastiditi perchè magari non si sta andando avanti con gli argomenti del corso a causa delle continue interruzioni), il docente dovrebbe reagire in questo modo:
in generale dare sempre e comunque segnali di disponibilità alla platea, fornendo risposte di contenuto e molto brevi facendo presente che purtroppo il tempo è tiranno, che si deve procedere con il programma e che certamente se ci sarà la possibilità (sempre tempo permettendo), alla conclusione della lezione o del corso, si potrà tornare in qualche modo su quel preciso tema.
In particolare se l’argomento oggetto della domanda:
1 – è stato già trattato in precedenza, farlo notare esplicitamente
2 – non è stato trattato e verrà trattato in seguito, anche qui dirlo in maniera esplicita
3 – non è stato trattato ma non fa parte del programma dell’intervento formativo, allo stesso modo deve essere esplicitato in maniera estremamente chiara.
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