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comunicazione aggressiva

Formazione Formatori: “L’esperto saccente” (il “Cattivo”)

By Andrea Carfi | Founder & President Posted on 09/10/2014

 

andrea carfi

Nei tantissimi progetti legati alla Formazione Formatori che erogo mi rendo conto di quanta curiosità faccia nascere sempre, tra i discenti, la tematica dei “personaggi difficili” che si possono trovare all’interno del gruppo di formazione, ovvero quei partecipanti ai corsi che, attraverso il loro comportamento, possono recare disturbo all’attività didattica, agli altri corsisti e al docente stesso: i casi più frequenti sono, come vengono chiamati dalla letteratura sull’argomento “Formazione Formatori” (Castagna M., “La lezione nella formazione degli adulti“, Franco Angeli, Milano, 2009), il domandologo, il logorroico e l’esperto saccente: dopo aver affrontato i primi due nei post precedenti (e averli soprannominati, rispettivamente, il buono e il brutto, seguendo il nesso del capolavoro di Leone), ora è il turno del terzo e ultimo tra i principali “soggetti problematici” che possiamo ritrovarci in aula, ovvero l’esperto saccente (il “cattivo”).

Formazione Formatori: chi è “l’esperto saccente”?

Come anticipato in conclusione del precedente post, l’Esperto saccente (Il “Cattivo”) è il più difficile da gestire tra i tre e anche il più pericoloso (ecco perchè è lui il “cattivo”). Anche qui una precisazione: il problema non è il fatto che possiate incontrare un esperto (ovvero un discente che, rispetto agli altri, ne sa parecchio dell’argomento oggetto del corso, perchè in questo caso si limiterebbe a dare dei lievi segnali, verbali e non, rispetto alle sue conoscenze in merito), il problema è quando l’esperto si rivela anche, appunto, saccente (ovvero colui che mostra atteggiamenti di aperto contrasto con il docente, fa interventi polemici e pedanti quasi a voler screditare l’insegnante davanti agli occhi degli altri ostacolandolo e contraddicendolo).

Formazione Formatori: come reagire all’esperto saccente?

Perchè è particolarmente rischioso non reagire prontamente o reagire in modo errato nei confronti dell’esperto saccente?

1 – Se il docente reagisse con un atteggiamento di aperto contrasto con il soggetto in questione, si aprirebbe una sorta di duello (notare la scelta del termine, coerente con il film di Leone :D) tra formatore e discente che, oltre a far perdere una marea di tempo prezioso, porterebbe a una situazione che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico, ovvero lo spaccarsi del gruppo di formazione in due fazioni: quelli che parteggeranno per l’insegnante e quelli che prenderanno le difese dell’esperto saccente, una situazione con ben poche vie d’uscita, perchè fondamentale per l’intervento formativo è il percorso che il gruppo deve fare per giungere a una condizione di maturità e unione (attraverso le cinque fasi del gruppo, che affronterò in un post futuro) che senza dubbio non potrebbe mai avvenire in una situazione di divisione totale, con conseguenze estremamente negative per la didattica.

2 – Se il docente non reagisse prontamente, perderebbe via via la leadership e il ruolo di docente nel gruppo, anche qui con conseguenze estremamente negative per la didattica.

Come deve reagire il docente, quindi, agli attacchi dell’esperto saccente?

1 – Innanzitutto ringraziare per l’intervento, sempre e comunque, dando segnali di disponibilità e gratificando il soggetto per la competenza ostentata

2 – Immediatamente riprendere e approfondire, aggiungendo e/o sottolineando alcuni aspetti, l’argomento oggetto dell’intervento del soggetto problematico (in modo, come sempre, estremamente cortese, con tono rilassato e con il sorriso sulle labbra), ribadendo in questo modo la propria leadership e il proprio ruolo di docente.

Per concludere, voglio nuovamente specificare che, per fortuna, è raro ritrovarsi in aula il soggetto in questione; a differenza del domandologo e del logorroico che invece spesso e volentieri vi faranno simpaticamente compagnia durante i vostri interventi formativi :D

Video “Formazione Formatori”

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Formazione Formatori: Il “Logorroico” (Il “Brutto”)

By Andrea Carfi | Founder & President Posted on 03/10/2014

andrea carfi

Nei tantissimi progetti legati alla Formazione Formatori che erogo mi rendo conto di quanta curiosità faccia nascere sempre, tra i discenti, la tematica dei “personaggi difficili” che si possono incontrare all’interno del gruppo di formazione, ovvero quei partecipanti ai corsi che, attraverso il loro comportamento, possono recare disturbo all’attività didattica, agli altri corsisti e al docente stesso: i casi più frequenti sono, come vengono chiamati dalla letteratura sull’argomento “Formazione Formatori” (Castagna M., “La lezione nella formazione degli adulti“, Franco Angeli, Milano, 2009), il domandologo, il logorroico e l’esperto saccente: dopo aver affrontato il domandologo nel post precedente e averlo ulteriormente, scherzosamente soprannominato il “buono” (seguendo il nesso del capolavoro di Leone) per via di una sostanziale semplicità nella sua gestione in aula, in questo post affronterò il “brutto”.

Formazione Formatori: chi è il “logorroico”?

Il Logorroico (il “Brutto”): è il “brutto” perchè, pur non essendo difficile da gestire, rispetto al domandologo potrebbe portare qualche tensione e difficoltà in più durante il corso. Il logorroico è un soggetto che quando ha la malsana idea di prendere la parola durante la lezione si lancia in tanti, interminabili interventi fiume che oltre a non portare, solitamente, da nessuna parte, essere difficili da seguire e perlopiù incomprensibili, possono inoltre far perdere tempo prezioso che sarebbe meglio sfruttare in ben altri modi. Anche qui, come per il domandologo e le domande, intendiamoci; gli interventi dei discenti sono estremamente importanti, perchè possono stimolare discussioni d’aula, perchè sono indicatori del livello di attenzione della platea, perchè possono approfondire ulteriormente gli argomenti trattati: il problema si pone quando a intervenire è, appunto, un logorroico.

Le reazioni degli altri discenti potrebbero essere anche piuttosto esplicite (occhi al cielo, sbuffate varie, sguardi ed espressioni tra di loro e verso il docente tra sarcasmo, noia, compassione e disagio, ma anche reazioni verbali del tipo: “vabbè, andiamo avanti però, non è che si può stare mezz’ora a parlare di un’unica cosa”) portando evidenti tensioni nelle dinamiche d’aula: inutile dire che si dovrebbe evitare di arrivare a situazioni di questo tipo e quindi reagire in tempo.

Formazione Formatori: come reagire al “logorroico”?

Come deve reagire il docente:
1 – dopo aver individuato il logorroico che si è tuffato nel buco nero del suo intervento infinito deve, semplicemente,interromperlo. Ovviamente è importante come viene interrotto, ovvero con un “scusa se ti interrompo”, con un bel sorriso ed estrema cortesia.

2 –  chiedere al logorroico, in modo chiaro ed esplicito ma sempre e comunque cortese e con il sorriso sulle labbra, di fare interventi più brevi e sintetici, spiegando che altrimenti si rischierebbe di non affrontare tutti gli argomenti in programma e che inoltre si deve dare spazio agli interventi di tutti i partecipanti

Per concludere: le problematiche principali che sia il logorroico, sia il domandologo possono portare sono perdita di tempo e lievi disagi, ma, come abbiamo visto, sono sostanzialmente molto semplici da gestire (e quelli che più frequentemente vi ritroverete nel gruppo di formazione).

Il soggetto problematico più delicato e più rischioso, rispetto alle dinamiche d’aula, ma anche quello che più raramente, rispetto agli altri due, vi ritroverete in aula (per fortuna), è l’esperto saccente (il “cattivo”), che affronterò nel prossimo post.

Video “Formazione Formatori”

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Formazione Formatori: Il “Domandologo” (il “Buono”)

By Andrea Carfi | Founder & President Posted on 25/09/2014

 

andrea carfiNei tantissimi progetti legati alla Formazione Formatori che erogo mi rendo conto di quanta curiosità faccia nascere sempre, tra i discenti, la tematica dei “personaggi difficili” che si possono trovare all’interno del gruppo di formazione, ovvero quei partecipanti ai corsi che, attraverso il loro comportamento, possono recare disturbo all’attività didattica, agli altri corsisti e al docente stesso: i casi più frequenti sono, come vengono chiamati dalla letteratura sull’argomento “Formazione Formatori” (Castagna M., “La lezione nella formazione degli adulti“, Franco Angeli, Milano, 2009), il domandologo, il logorroico e l’esperto saccente: questo secondo post del blog lo dedico al primo e al più semplice da gestire, ovvero il “domandologo” (il “Buono” per creare un nesso con il capolavoro di Sergio Leone).

Formazione Formatori: chi è il “domandologo”?

Il Domandologo (il “Buono”): con questo curioso termine si indica colui (o coloro) che in aula pone moltissime (troppe) domande. Prima di tutto c’è da dire che, come dico sempre nei miei corsi di Formazione Formatori, le domande sono un prezioso alleato del docente e non una minaccia (quando affronto l’argomento “domande” in Formazione Formatori, una delle prime cose che dico ai futuri colleghi è: “non abbiate mai paura delle domande che potranno porvi, ma anzi stimolatele voi stessi, sempre”) perchè possono dare il via a importanti momenti di partecipazione e discussione d’aula facilitando il fondamentale processo di socializzazione del gruppo di formazione, perchè permettono di approfondire gli argomenti via via trattati, perchè sono degli indicatori chiari del livello di attenzione e di partecipazione al corso da parte dei discenti e perchè possono essere sfruttate come importanti e necessari “stacchi” durante l’esposizione per riprendere l’attenzione della platea che fisiologicamente dopo un certo periodo di tempo comincia a calare (importante a questo proposito il concetto di “curva dell’attenzione”, che approfondirò quando posterò qualcosa su public speaking e struttura del discorso in pubblico): importante sottolineare quindi come il domandologo sia, tra i personaggi difficili, uno tra quelli più semplici da gestire.

Formazione Formatori: come reagire al “domandologo”?

Detto questo se le domande divenissero realmente tediose a causa della loro ripetitività e consistenza, tanto da recare evidente disturbo durante la lezione (anche rispetto ai possibili segnali, verbali e non, che potrebbero nascere tra i discenti visibilmente infastiditi perchè magari non si sta andando avanti con gli argomenti del corso a causa delle continue interruzioni), il docente dovrebbe reagire in questo modo:
in generale dare sempre e comunque segnali di disponibilità alla platea, fornendo risposte di contenuto e molto brevi facendo presente che purtroppo il tempo è tiranno, che si deve procedere con il programma e che certamente se ci sarà la possibilità (sempre tempo permettendo), alla conclusione della lezione o del corso, si potrà tornare in qualche modo su quel preciso tema. 
In particolare se l’argomento oggetto della domanda:
1 – è stato già trattato in precedenza, farlo notare esplicitamente
2 – non è stato trattato e verrà trattato in seguito, anche qui dirlo in maniera esplicita
3 – non è stato trattato ma non fa parte del programma dell’intervento formativo, allo stesso modo deve essere esplicitato in maniera estremamente chiara.

 

 

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