Nei tantissimi progetti legati alla Formazione Formatori che erogo mi rendo conto di quanta curiosità faccia nascere sempre, tra i discenti, la tematica dei “personaggi difficili” che si possono incontrare all’interno del gruppo di formazione, ovvero quei partecipanti ai corsi che, attraverso il loro comportamento, possono recare disturbo all’attività didattica, agli altri corsisti e al docente stesso: i casi più frequenti sono, come vengono chiamati dalla letteratura sull’argomento “Formazione Formatori” (Castagna M., “La lezione nella formazione degli adulti“, Franco Angeli, Milano, 2009), il domandologo, il logorroico e l’esperto saccente: dopo aver affrontato il domandologo nel post precedente e averlo ulteriormente, scherzosamente soprannominato il “buono” (seguendo il nesso del capolavoro di Leone) per via di una sostanziale semplicità nella sua gestione in aula, in questo post affronterò il “brutto”.
Formazione Formatori: chi è il “logorroico”?
Il Logorroico (il “Brutto”): è il “brutto” perchè, pur non essendo difficile da gestire, rispetto al domandologo potrebbe portare qualche tensione e difficoltà in più durante il corso. Il logorroico è un soggetto che quando ha la malsana idea di prendere la parola durante la lezione si lancia in tanti, interminabili interventi fiume che oltre a non portare, solitamente, da nessuna parte, essere difficili da seguire e perlopiù incomprensibili, possono inoltre far perdere tempo prezioso che sarebbe meglio sfruttare in ben altri modi. Anche qui, come per il domandologo e le domande, intendiamoci; gli interventi dei discenti sono estremamente importanti, perchè possono stimolare discussioni d’aula, perchè sono indicatori del livello di attenzione della platea, perchè possono approfondire ulteriormente gli argomenti trattati: il problema si pone quando a intervenire è, appunto, un logorroico.
Le reazioni degli altri discenti potrebbero essere anche piuttosto esplicite (occhi al cielo, sbuffate varie, sguardi ed espressioni tra di loro e verso il docente tra sarcasmo, noia, compassione e disagio, ma anche reazioni verbali del tipo: “vabbè, andiamo avanti però, non è che si può stare mezz’ora a parlare di un’unica cosa”) portando evidenti tensioni nelle dinamiche d’aula: inutile dire che si dovrebbe evitare di arrivare a situazioni di questo tipo e quindi reagire in tempo.
Formazione Formatori: come reagire al “logorroico”?
Come deve reagire il docente:
1 – dopo aver individuato il logorroico che si è tuffato nel buco nero del suo intervento infinito deve, semplicemente,interromperlo. Ovviamente è importante come viene interrotto, ovvero con un “scusa se ti interrompo”, con un bel sorriso ed estrema cortesia.
2 – chiedere al logorroico, in modo chiaro ed esplicito ma sempre e comunque cortese e con il sorriso sulle labbra, di fare interventi più brevi e sintetici, spiegando che altrimenti si rischierebbe di non affrontare tutti gli argomenti in programma e che inoltre si deve dare spazio agli interventi di tutti i partecipanti
Per concludere: le problematiche principali che sia il logorroico, sia il domandologo possono portare sono perdita di tempo e lievi disagi, ma, come abbiamo visto, sono sostanzialmente molto semplici da gestire (e quelli che più frequentemente vi ritroverete nel gruppo di formazione).
Il soggetto problematico più delicato e più rischioso, rispetto alle dinamiche d’aula, ma anche quello che più raramente, rispetto agli altri due, vi ritroverete in aula (per fortuna), è l’esperto saccente (il “cattivo”), che affronterò nel prossimo post.