
Pandori, centri commerciali e zombi: da cosa possono essere uniti questi tre elementi? Qualche giorno fa un video condiviso su Facebook ha attirato la mia attenzione: è una ripresa di una telecamera di un supermercato che mostra un gruppo di persone che, cercando di assicurarsi il più alto numero possibile di Pandori Bauli in offerta a 1 euro, si lancia in una sfida all’ultimo sangue, distruggendo letteralmente la postazione dove i pandori erano stati posizionati e lasciando poi (una volta esauriti i pandori in pochi secondi) solo le macerie in giro e andandosene via, totalmente incuranti di ciò che avevano appena fatto e/o a cui avevano appena assistito.
Capisco come una scena del genere abbia potuto impressionare la maggior parte delle persone: vedere i propri simili agire come automi nel tentativo di accaparrarsi (almeno) un pandoro in offerta non è esattamente un bello spettacolo e ovviamente la reazione/riflessione più comune, in casi come questo è il classico “io non sono come loro” o qualcosa di simile.
Pandori, Centri Commerciali e Zombi: Metafora e Riflessione Sociologica
Il punto è che fenomeni del genere sono stati ampiamente studiati e analizzati da varie branche della sociologia e devo ammettere che personalmente, avendo studiato io stesso, da sociologo, anche questa tipologia di fenomeni, il video in oggetto non mi ha sorpreso più di tanto, ma mi ha fatto immediatamente venire in mente (complice anche la divertente didascalia “The Walking Dead Bauli” al video in oggetto) la pietra miliare horror del 1978 “Zombi (Dawn of the Dead)” del compianto Romero (1940-2017), persino citata nei testi di sociologia come metafora della società dei consumi. In “Zombi”, infatti, l’unico luogo in cui la massa indifferenziata dei morti viventi si ritrova è, non a caso, un centro commerciale: unico luogo/non luogo in cui la massa dei consumatori-zombi ricorda di essere stato e che percepisce quindi, più di ogni altro, come proprio; luogo/non luogo in cui, in realtà, hanno perso la ragione e l’individualità ancora prima (molto prima) di diventare zombi, proprio perché morti viventi, in qualche modo, lo sono sempre stati.
Il cuore della feroce critica/satira sociale che il film di Romero porta con sé è da individuare, quindi, nella riflessione sociologica sul consumatore-zombi che vaga per i negozi in cerca di sconti e offerte, che resta in fila per ore con il solo scopo di assicurarsi quel determinato prodotto in saldo, che è persino capace di colpire con violenza il proprio simile (ricordiamo che gli zombi cinematografici sono automi cannibali alla costante caccia di “vivi” che infettano con un morso, facendoli poi diventare, quindi, come loro) pur di riuscire ad acquistare quel prodotto a quel prezzo così vantaggioso (esattamente come nei tanti video su ciò che accade durante i “Black Friday”), che rinuncia inconsapevolmente al suo individualismo per trasformarsi, altrettanto inconsapevolmente, in una massa indifferenziata di automi, che si riconosce in qualche modo solo all’interno di un centro commerciale e che quindi conferma di essere/essere stato sempre, esclusivamente, una sorta di ingranaggio del sistema economico: a giudicare da video come quelli linkati in questo post, Romero, già ben quarant’anni fa ormai, aveva centrato in pieno l’inquietante fenomeno della disumanizzazione della società.